Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

chico » e nel quale introdusse la nozione di « princ1p10 di realtà»? H anno . la caratteristica, come osservava già Freud nel suo libro sul Witz, di suscitare una rappresen­ tazione dell'organo e dell'atto corrispondente. Sono pa­ role non equivoche, parole che riducono l'alone di inde­ terminatezza che accompagna normalmente il discorso umano e che ne fa uno strumento di malinteso e di rag­ giro. L'efficacia di queste parole è di rendere il luogo del grande Altro, il luogo da cui il messaggio che indirizzia­ mo agli altri ci ritorna stravolto, deviato verso ogni sorta di travisamento, un luogo vuoto. Accanitamente, Lacan ha inseguito gli effetti perversi e alienanti della comunicazione umana. E tuttavia, per non esser.si egli associato, come invita a fare Ferenczi nel saggio ricordato, alla concezione freudiana dello svi­ luppo dell'apparato psichico, nella sua dottrina rimane inesplicabile come questo apparato possa diventare da centro motorio-allucinatorio organo del pensiero. Atten­ to al« senso di realtà», cioè alla funzione nella teoria psi­ coanalitica della organizzazione spaziale dell'apparato psi­ chico, Ferenczi perviene « alla conclusione che le parole oscene possiedono qualità che in uno stadio precedente dello sviluppo psichico devono aver posseduto tutte le pa­ role » 8 • Allo specchio deformante della parola, Lacan oppo­ ne invece l'incidenza inflessibile della lettera e dello scrit­ to. Se la parola espurgata fa così della psicoanalisi lacania­ na una psicoanalisi dell'eufemismo, çtvvalorando con la dia­ lettica dei rimandi del discorso l'antica logica del sospe�to, l'ingiunzione a specchiarsi nella lettera dello scritto, o degli Scritti, blocca il pensiero e comanda una · reazione motorio-allucinatoria che è ancora quella che, dello scat­ to della verità, ritiene il salto che porta nel vuoto. Lacan ha più volte dichiarato nei seminari di voler essere ricordato per avere in un certo senso scoperto la dimensione del godimento, della jouissance, al di là del piacere, un piacere limitante, quello che si ritrova nella 205 t

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