Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

a sanzionare la fine della loro analisi e quindi della loro formazione, di A.E., Analystes de !'Beole. Senonché al­ l'uscita individuale dal gruppo degli allievi ha corrisposto la dissoluzione dell'Ecole. L'ulteriore passo è stato il verdetto : J e dissous. Sarebbe facile pensare che questa vicenda riguarda solo i destini della psicoanalisi in Francia. In realtà, per l'importanza del contributo che Lacan e quanti hanno lavorato sulla sua scia hanno portato alla correzione e al rinnovamento della pratica psicoanalitica, sono con­ vinto che interessi profondamente la psicoanalisi freu­ diana come tale. La questione che ne emerge è infatti una questione cruciale, è la questione dei fratelli in relazione con la dottrina dell'apparato psichico. La sospensione della va­ lidità del « principio di realtà » non è valsa soltanto a denunciare le deviazioni in cui la corrente principale del movimento psicoanalitico è incorsa affidandosi troppo « ingenuamente » al peso della « realtà ». Col che si è ricondotta la psicoanalisi agli inganni normalizzatori della psicologia e della psichiatria. Ha avuto anche la conseguenza non .secondaria di svuotare di senso la nozione freudiana di apparato psichico. Vedremo più a­ vanti come, per salvar� questa nozione e non travisare l'uso che ne fa Freud, sia importante non equivocare tra « principio di realtà » e « realtà ». Distogliamoci per ora da un passo che, pur inaugu- . raie, dista così poco da un precipizio e rifacciamo una passeggiata, la passeggiata che Sandor Ferenczi fece nel Centrai-Park di New York in compagnia del professor Freud e durante la quale notò su una bella scalinata di marmo una iscrizione oscena. Ch� cos'hanno di particolare le « parole oscene » sul­ le quali Ferenczi si soffermò in un bel saggio 7 che uscì nello stesso anno, è importante notarlo, in cui Freud pub­ blicò il suo studio sui « Due principi dell'accadere psi- 204

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