Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

occasione dei litigi familiari. Questa paura risale agli anni dell'infanzia, ai litigi coniugali fra - i genitori, - e si protrae a proposito delle discussioni avute col padre, che era lui stesso, di solito, a provocare. Qui il desiderio ses­ suale sembra controbilanciare il sentimento opprimente della paura. Ma anche il carattere vendicativo dell'attività sessuale del malato, di cui abbiamo precedentemente parlato, può assumere importanza nella reazione a una circostanza che lo intir,n.idisce. I sentimenti negativi, suscitati dai tor­ ti che l'io ha dovuto subire, hanno come loro conseguen­ za il soddisfacimento autocratico, durante il quale il malato si abbandona a delle fantasticherie sul suo avver­ sario. Allo stesso modo i suoi impulsi di collera diretti con­ tro il padre contengono delle evidenti manifestazioni omicide, la cui espressione cosciente ha potuto essere fa­ vorita dalle dic_hiarazioni dello stesso carattere fatte pre­ cedentemente dalla madre. Il malato afferma che suo pa­ dre lo teneva prigioniero da quando aveva quattro o cinque anni - da ciò l'analista potrebbe dedurre senz'al­ tro una repressione forzata dei desideri edipici ; ma sa­ rebbe anche utile notare che, malgrado · il suo intenso odio, il malato accetta il padre, avendo bisogno di lui come di qualcuno che lo protegga nelle situazi9ni prati­ che dell� vita. I · turbamenti nello sviluppo dell'io provocano delle deformazioni nelle manifestazioni dell'aggressività. Co­ sì, come abbiamo già rilevato, nella sua infanzia, il ma­ lato schiacciava le formiche, metteva dei mattoni sotto le ruote degli autobus e « spiaccicava » le rane con una pietra, per « aumentare il mio amor proprio », dice. Que­ st'ultima attività sadica trova un'espressione verbale che ha una connotazione nettamente orale (in ungherese spiac­ cicare vuol dire anche sgranocchiare) ; è questa una mo- 186

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