Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

giorno lo ammazzerò con un coltellaccio ». In seguito presero l'abitudine di dormire con la luce accesa poiché la madre aveva paura di morire. Spesso, il ragazzo si risvegliava di notte con la sensa­ zione che sua madre volesse strangolarlo. Anche di giorno qualche volta, lei entrava nella sua camera senza fare rumore, senza farsi scorgere e si fermava in mezzo alla stanza « come una strega ». Si ridipinge l'appartamento, quindi per qualche gior­ no sono costretti ad andare dalla sorella. Il nostro malato teme che gli toccherà dormire ancora nello stesso letto con la madre, come in occasione dell'ultimo Capodanno. « E' terribile, perché è vecchia e con la mamma non si· deve... » (non conclude la frase; sembra voglia fare al­ lusione ad una interdizione di carattere sessuale). Una volta, a ventun anni, andò a letto con una amica di stia sorella, che conosceva sin dall'infanzia, e a ll a · quale sua madre aveva chiesto di prestarsi a questo ruo­ lo. Il tentativo fallì. La madre, tentò ancora con un'altra donna, ma il risultato fu lo stesso, non ostante la partner si mostrasse molto passionale. Ma secondo il nostro ma- . lato, tutto ciò ebbe piuttosto l'effetto di spave.ntarlo. La sorella Fin quasi ali'età di quattordici anni dormì nello stesso letto con la sorella; giocava con i suoi capelli; essa lo « stuzzfoava come Lali M. ». Quando il nostro malato co­ minciò a far caso al cigolio dell'altro letto, sua sorella gli disse che erano i loro genitori che stavano facendo l'amore. Ancora piccolo, lei lo portava allo zoo e al cine­ ma; erano in buoni rapporti. A quindici anni incominciò a frequentare i ragazzi e la madre la chiamava « putta­ nella». Sua sorella, tempo fa, gli ha detto che se i loro geni- 180

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