Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

A circa quindici o diciassette anni « spiaccicava » (schiacciava con una pietra) delle rane; i rospi li schiac­ ciava col tallone. Dice « Era per accrescere il mio amor proprio». Spesso poneva un mattone sulla carreggiata, davanti alla fermata dell'autobus; quando il veicolo ar­ rivava egli afferrava·il parafango e godeva della sensa- _ zione che gli dava il brusco salto che faceva l'autobus . passando sul mattone. Ripeté ques'ta operazione per anni quasi tutte le sere « contro il senso di inferiorità ». Per strada prendeva dei gatti per la coda, li ammazzava immergendoli in un barile pieno d'acqua, poi li schiac­ ciava gettandoli sotto un camion o un autobus. Quando va in bicicletta, passa sullo sterco di cavallo; prova così una sensazione intensa di piacere - immagina siano dei ragazzi. Raccoglie anche dello sterco per strada, lo mette nella rimessa, lo copre con un panno o uno straccio e s;i mette bocconi su di esso, come se fosse un _ ragazzo. In occasione di una vacanza presso il lago Ba­ laton, cattura un gatto e si corica su di lui per soddisfar­ si; anche questa volta, immagina sia un ragazzo. Piega degli asciugamani a forma di natiche, imbottisce i cal­ zoni da ginnastica; a volte vi aggiunge anche un pezzo di carne cruda e si masturba coricandovisi sopra. Smise questa pratica solo dopo molti anni. A diciassette anni egli possiede un orso di peluche, che tisa allo stesso mo­ do. La madre finisce per gettare il giocattolo, diventato troppo sporco. - Aveva otto o nove anni quando una piccola zingara defecò in mezzo al cortile. Raccolse le feci e le gettò nella finestra di un vicino; poi ascoltò le ingiurie della vicina di cui egli spesso accompagnava a scuola la figlioletta di sei o sette anni. In seguito, alla scuola professionale, raccolse allo stesso modo le feci dalla tazza del w.c., e le mise nell'ingresso « per rancore, perché noq smette­ vano di tormentarmi». Ascoltando i suoi genitori litigare, la paura gli face- 175

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