Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

cane nero, la qual cosa gli piacque molto. (Questi fatti costituiscono i soli ricordi positivi della sua vita fami­ liare). A quattro o cinque anni, calzate le pantofole del pa­ dre, andò in giro per il cortile e le mostrò ad un vicino dicendogli: « gu ardi che pantofole grandi ho » ; costui però, gli rispose « stupido », cosa che lo offese profonda­ mente. (Il ricordo dell'offesa ricorre più volte durante i nostri colloqui). - Le vacanze di Rojtokmuzsaly, di cui parla inizialmen­ te, restano il ricordo al quale ritorna spesso con nostal­ gia. Aveva otto o nove anni « Fino a quel momento tutto andava ancora bene». Si ricorda anche delle lotte a colpi di cuscino; là c'erano solo dei maschi, mentre a scuola aveva sempre come compagne delle femmine. Anche la passeggiata nel parco è un ricordo piacevole; gli altri giocano al « serpente», lui ed un altro ragazzino si ten­ gono in disparte e mangiano i frutti di un albero simili a dei fagiolini. L'offesa che si rammenta a proposito di questo soggiorno, non gli ha lasciato un ricordo eccessi­ vamente amaro: mentre faceva la doccia, un ragazzo gli . lanciò il sapone in faccia; l'anno dopo si vendicò colpen­ do un bambino allo stesso modo. Un altro ricordo dei suoi primi anni, ma che si ricol­ lega a un secondo domicilio della famiglia, è quello di una mastur.bazione su un tronco di albero, in compa­ gnia di un altro ragazzo. Dopo aver inciso l'albero con una punta di legno - per farlo san gu inare - dice, si sollevò aiutandosi con le gambe e si _ dimenò contro il tronco. Solo per caso aveva scoperto, un giorno che si era arrampicato sull'albero, che era piacevole. Un vicino gli disse che in queste occasioni il suo viso era come tra­ sfi gu rato. Si masturbò per molti anni in questo modo. A circa nove anni si nascondeva spesso in una rimessa in compagnia di una ragazzina che abitava in quella ca­ sa. Egli cercava di baciarla; ma ciò che preferiva era di 172

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