Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

Questa idea rifletteva, inoltre, un nuovo approccio nei confronti del padre e dei segreti familiari che erano sta. ti sotto chiave per anni. Fu allora che decise di intraprendere l'analisi. Mi sembra che questi esempi illustrino che il bambino nasce « dentro » il suo ambiente anche nel senso che egli vive in condizioni. spaziali definite, che includono la . spe­ cifica strutturazione degli oggetti del mondo esterno. Tale- strutturazione rende manifeste le relazioni sociali, le caratteristiche della personalità degli individui, le lo­ ro modalità di relazione e il loro rapporto per quanto riguarda le distanze e le delimitazioni reciproche. Nel corso dello sviluppo i meccanismi primari della proiezione e della introiezione pongono le basi di una re­ lazione simbolica tra il soggetto e il mondo esterno. Que­ sta relazione esprime connessioni reciproche ; per esem­ pio, contenuti interni ed impulsi vengono proiettati ne­ gli oggetti, mentre l'ordine strutturale e dinamico degli oggetti determina - lo sviluppo del mondo interno. Lo sviluppo psichico, che include la formazione del­ l'immagine corporea e dell'Io, è determinato preminen­ temente dalle relazioni oggettuali primarie. La formazio­ ne di confini stabili e flessibili è una precondizione per il funzionamento di un Io non perturbato. Il livello di organizzazione dell'Io definisce anche qua­ li meccanismi di difesa potrebbero essere mobilitati nei confronti degli impulsi interni e delle influenze esterne. Certamente anche la natura e. l'intensità di queste forze giocano un ruolo importante. In tutti i casi che abbiamo discusso erano dominanti relazioni oggettuali preedipiche. Prevalevano per lo più ansie di separazione e di fusione con l'oggetto. Erano at­ tivi meccanismi di difesa precoci e primitivi come la scissione-idealizzazione, la frammentazione dello spazio interno, la formazione di un Io rigido o/e di delimita­ zioni corporee. Nei casi più gravi, come quello di Eva, . 166

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