Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
venire qui ! ». « Perché non potrei? - rispose Elizabeth - Tu non- puoi più farmi del male ». Il sogno è simile a una fiaba. Dal momento che noi possiamo vedere non solo il sogno ma anche la sognatri ce, penso che dovrei riferirmi ad alcune parti del mate riale della paziente. Elizabeth · è madre di tre adolescenti. Lavora a tempo pieno ed è sempre stata un'ottima impiegata, molto qua lificata ed apprezzata. Nonostante tutti i suoi autentici successi, non si era mai liberata dal fascino della sua « perfetta » madre. Si sentiva di nessun valore come fi glia ed inadeguata come moglie e madre all'ombra di questa potente figura materna. Non percepiva mai i pro pri sentimenti, desideri e soddisfazioni come cose pro prie e per ogni cosa doveva aver prima il consenso della madre. Dietro al rigido ordine di superficie, questo « di sordine » era ciò che manteneva la sua ansia, 1� ·sua de bolezza, l'estrema vulnerabilità e il sentimento di gelido furore. . Le sue associazioni con la figura della maga rivelaro no che questa rappresentava la sua potente « maga-ma dre », che lei cercava tanto disperatamente di scacciare. Fu questa la prima volta, nel corso della sua analisi, in cui fu in grado di verbalizzare i propri impulsi aggressivi è le proprie fantasie di « far del male ». La casa di vetro, che a prima vista sembrava impene tr _ abile come una fortezza, aveva un passaggio aperto tra la parte più ìnterna e il mondo esterno. · E ss o simbolizza sia l'immagine alterata del corpo che le funzioni dell'Io. Come nei nostri esempi precedenti, una rigida compat tezza spaziale serve per nascondere funzioni di controllo inadeguate. (Nel sogno non vi era alcuna porta per regolare ciò · che usciva e ciò che entrava nel sistema). La mancanza di porte rappresenta la labilità delle funzioni sfinteriche - nel caso di _ questa paziente l'ano 163
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