Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

- Sin dalla fanciullezza Eva era stata profondamete coinvolta dalla qualità del cibo. Controllava costante­ mente che nulla si deteriorasse nel frigorifero. Di regola forzava se stessa (e gli altri membri della famiglia) per « salvaguardare il cibo dall'andare a male». Suo padre era il suo migliore « alleato» in questa impresa. Egli soffriva di costanti problemi digestivi da più di venti anni. Significativamente, le porte della cucina e del bagno non venivano mai chiuse, mentre il chiudere la · porta tra le loro camere da letto era sempre stata una questione importante. L'unico argomento « tabù » in questa fami­ glia, dove ogni . cosa ruotava intorno alle funzioni. del corpo, era la sessualità. Sia Eva che sua sorella di venti­ due anni erano vergini. Il crollo di Eva era iniziàto quando interruppe la re­ lazione con il suo primo ragazzo, allorché era insorto il « pericolo» di un rapporto sessuale. Il quadro sopra de­ scritto si strutturò gradualmente nell'arco di un anno. Funzioni corporee interrotte o bloccate, orifizi chiusi e rigide barriere, una capitolazione pressocché completa nei confronti del controllo esterno erano i sintomi di una regressione, nelle funzioni dell'Io, a uno stadio mol­ to precoce e primitivo. All'inizio del trattamento le fan- tasie della paziente si incentravano sulle descritte fun­ zioni corporee in un modo che appariva allucinatorio. I sogni di Eva erano simili a quelli di un bambino molto piccolo. Il motivo dominante di questi sogni - e non vi è certo da sorprendersene - era il cibo e i vari modi di preparare e di assaporare i pasti più squisiti. La stia analisi ha dimostrato che in una costellazione in cui la famiglia funziona come un corpo non struttura­ to e composito, non possono stabilizzarsi né i confini del corpo né quelli dell'Io. Una osservazione . più approfondita dei suoi meccani­ smi psichici fornì l'idea di interpretare questi processi 161

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