Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

Sfortunatamente, noi ci preoccupiamo degli aspet­ ti relativi al tempo, sia nella teoria che nella prati­ ca psicoanalitica. Non meravigliamoci dunque se la na­ tura tridimensionale del nostro mondo interno rimane il più delle volte sullo. sfondo dei nostri assunti circa la psiche umana. In questo scritto intendo presentare alcune delle mie esperienze - cliniche che mettono in rilievo la pertinenza psicodinamica di strutture spaziali interdipendenti. Ri­ volgerò l'attenzione alle funzioni simboliche rappresen- · tate dalle porte, come linee di confine che separano par­ ti dello spazio in cui si vive. Alcuni anni fa compresi come una efficace terapia familiare possa aiutare i bambini enuretici. Mentre esplo­ ravo la storia familiare e le tematiche (dei casi), fui col­ pita da quei dati che mostravano le abitudini legate alla camera da letto. Nella maggioranza dei casi (11 famiglie) risultò evidente che, sebbene i figli possedessero stanze proprie, tuttavia condividevano la camera da letto dei genitori. Per tre famiglie il quadro risultava lievemente diverso: in questi casi i genitori avevano eliminato le porte che collegavano . le stanze fornendo, per questo cambiamento, spiegazioni di tipo « razionale ». L'aver aperto gli spazi in cui si abita mostrava il con­ tinuo, circolare riverberarsi di funzioni di contrqllo tra genitori e figlio. La presenza costante dei figli entro la vita dei genitori e la mancanza di delimitazioni spaziali mostrava anche il ruolo svolto dai bambini all'interno di queste famiglie, che consisteva nel regolare la distanza tra i loro genitori. Una delimitazione dello spazio avreb­ be l'effetto di limitare questo tipo di regolazione esterna. Nei sistemi siffatti è perturbato lo sviluppo dell.e fun­ zioni dell'Io; i confini dell'Io divengono meno chiaramen­ te definiti, il controllo autonomo può svilupparsi solo parzialmente. Queste perturbazioni possono essere os­ servate anche nelle dinamiche patologiche dell'enuresi. 158