Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

bisogno di sicurezza del paziente. Nelle situazioni op­ portune è consentito al paziente aggrapparsi fisicamente alle persone che lo assistono, egli può ad esempio strin­ gere loro le mani. Le possibilità di aiuto non si esauriscono qui. Il me­ dico può trattare il paziente con metodi psicoterapeutici specialistici. Egli può elaborare le esperienze di ansia di quest'ultimo durante particolari colloqui. Il medico può collocare l'origine dei disturbi di un paziente ipocon­ driaco nella sua trama biografica. Egli non deve per al­ tro mai dimenticare l'importanza delle indagini sul ver­ sante organico. Queste possono anche non avere alcun valore per il paziente ma, nel caso che la sua ansia ven­ ga risolta in modo appropriato, i risultati negativi delle indagini possono contribuire a tranquillizzarlo. La man­ canza di tempo o seri disturbi possono indurci a fare uso di farmaci tranquillanti. Ma anche se disponessimo del farmaco ottimale non potremmo trascurare od omet­ tere gli aspetti medico-psicologici del problema ed il con­ seguente approccio psicoterapeutico. Contro l'ansia - specialmente prima di interventi chirurgici - (Hofling 1968, Janisz 1965), ma anche in altri casi - può essere utile un'adatta preparazione. Noi parliamo di « inoculazione emotiva» (Janisz 1965), ri­ ferendoci a quel tipo di informazioni preoperatorie che hanno un benefico effetto emotivo. In batteriolo­ gia con l'inoculazione noi somministriamo al pazi , en­ te un piccola dose attenuata dell'agente infettivo o del­ la sua tossina, in modo da proteggerlo dalla pericolo­ sa infezione reale. Con l'« inoculazione emotiva» noi prepariamo il paziente alle probabili situazioni di tensio­ ne, o a quelle sofferenze soggettive o oggettive che si pre­ s . enteranno al momento dell'intervento, in modo tale che egli possa difendersi, mettendo in moto le energie della sua personalità e cooperando quanto più è possibile. Ciò significa che egli deve essere emotivamente preparato. 152

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