Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
quali ha mostrato una condotta conforme alla realtà. Nel caso della « follia a due » il sintomo assimilato scompa re nel momento in cui si verifica il distacco dalla perso na malata, nei nostri casi invece il sintomo si è manife stato dopo il distacco. Sono qunque le emozioni e i sen timenti dovuti alla separazione che scatenano il processo, il quale, mettendo in evidenza un aspetto di identifica zione con la madre, deve essere perciò analizzato come una reazione in risposta ad una perdita. La cosa in cui la psicoterapia può aiutare il bambino in questo caso consiste, a mio avviso, nel facilitargli il processo di distacco. Per concludere riassumerò gli insegnamenti che . ho tratto da questo mio lavoro di psicoterapia. Questi insegnamenti fanno riferimento da un lato alla situazione reale e dall'altro a quella psicoterapica, o più esattamente all'intreccio tra le due. Anna Freud (Discussion of Dr. · J ohn Bowlby's Paper, 1960) parla del ruolo dell'oggetto sostitutivo nella reazio ne di lutto in tutti i bimbi. Benché scriva di bàmbini in tene_ra età, mi sembra che _ in un'epoca successiva sia an cora importante che il piccolo in lutto possa avere a sua disposizione un sostituto adeguato della sua relazione og gettuale. Sappiamo che Marco poteva trovare un appog gio nel padre; Claudia, invece, era completamente abban donata a sé stessa; ora, tale circostanza · le ha natural mente reso difficile far fronte alla relazione terapeutica in maniera conforme alla realtà. Questa difficoltà viene · segnalata anche da . Sandler e i suoi collaboratori (1975). Nel loro esempio il terapeuta è diventato, per il bambi no che ha perso il padre, una persona reale, fatto che è stato fonte di gravi difficoltà sul piano della compren- sione delle reazioni di transfert. Claudia · , che non aveva nessuna relazione reale al mo mento del trattamento, ha s�erimentato un transfert po- 139
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