Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
Sottolineiamo questi dettagli poiché pensiamo che i due bambini si sentissero colpevoli per aver abbandonato · la madre, e tentassero di rendere sopportabili le loro pene · identificandosi con lei, prendendo su di sé il suo destino e ricreando al tempo stesso l'intimità ancestrale con la - madre. Come risulta da quanto abbiamo detto, c'è motivo di ritenere che i sintomi siano indice in entrambi i casi di una reazione di lutto. In caso di morte questa sarebbe e vidente - il bambino ha perso uno dei genitori. Ma nei nostri due pazienti la situazione è solo parzialmente la stessa: il bambino ha perso la madre, poiché questa è ormai incapace di vegliare sul suo sviluppo, di difenderlo nella vita. Tuttavia ella vive. E' J. Anthony che si è occu pato di questa forma di lutto; cioè il lutto per il genito re diventato psicotico, dal quale il bimbo si allontana dopo aver attraversato una crisi. Prima che il distacco si produca, il bambino mette talora in gioco tutto il suo repertorio di atteggiamenti, allo scopo di recuperare il genitore. Può comportarsi come un debole · di mente e prender su di sé la psicosi in modo magico, ma può anche rimanere in un'intimità simbiotica col genitore. Allo stes so modo può talora verificarsi un'induzione totale; è il caso della « follia a due». H. Deutsch (1937) parla a que· sto proposito di un soggetto paranoide induttore e di un soggetto isterico ricettore. I miei due pazienti hanno manifestato gli stessi sinto mi della madre, benché in forma meno grave ; il quadro non è tuttavia quello di una « follia a due». La differenza consiste nel fatto che l'induzione non è totale (i due bam bini non ripetono le idee deliranti della madre), mentre anche i sintomi emergono al di fuori della situazione di induzione. I due bambini trascorrevano molto tempo con . la madre; nel caso di Marco c'erano anche state delle fughe a due dinanzi a dei persecutorr - ma il bambino non ha esteso la sua esperienza ad altre situazioni, nellè 138
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