Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
riguardo al divorzio e di prendere una decisione indipep. dente. Era importante che sapesse quanto sarebbe stato insopportabile per il bambino dover credere che la deci sione fosse stata presa per il suo bene, per causa sua, per proteggerlo. Un giorno Marco è venuto con la madre. Questa si è lamentata del marito in presenza del bambino_; ha detto che il coniuge trascorreva con lei solo una piccola parte del suo tempo, che non rispondeva alle sue domande. Marco ha . allora apostrofato vivacemente la madre: « No davvero, cosa , vai a pensare? E' molto occupato, deve ac compagnarmi qui, quando vengo, e poi è lui che si inte ressa di tutto... ». Il bambino mi ha poi segnalato, da die tro le spalle della madre, che il padre mi avrebbe telefo nato per prendere accordi sul prossimo appuntamento ; ma la cosa più significativa è che allora gli ho notato, per la prima volta, un tic nervoso dell'occhio. Le sedute con - Marco avevano soprattutto due pecu liarità,· che meritano di essere segnalate: una è stata l'af fermazione, fatta in presenza del padre, di aver fame e di voler sapere se fosse possibile trovare del cibo sul posto. . Il padre ha provato a dissuaderlo, al che egli si è messo a piagnucolare, poi mi ha chiesto ancora se fosse possibi- le comprare qualcosa da mangiare proprio lì. Dopo la mia risposta si è calmato. Poiché la scena si è ripetuta, ho tenuto qualche biscotto nel mio cassetto per offrirglielo. (Si noti che il padre accusava la moglie di essere disor ganizzata, capricciosa in tutto, e portava come esempio il fatto che Marco potesse mangiare a qualsiasi ora, solo che lo desiderasse ; nella famiglia della madre poi cia scuno poteva mangiare a suo piacimento, anche nel bel mezzo della notte. D'altra· parte la madre comprava in continuazione caramelle e ghiottonerie al figlio). L'altra particolarità era il tema conduttore che carat terizzava i suoi giochi - erano giochi terapeutici, nei quali la malattia era rappresentata da una sorta di disor- 135
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