Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

Claudia ha una sorella più grande di lei di quattro anni, molto portata per la matematica. Mentre i problemi familiari, la malattia della madre, facevano soffrire inten­ samente Claudia, la sorella si mostrava indifferente a tutto ciò, e spesso esprimeva il proposito di prendere sempre più le distanze dalle questioni familiari. Claudia, al contrario, fino all'età di 7 anni è stata molto legata alla madre, per la quale, secondo il parere paterno, la bimba ha sempre nutrito una predilezione. Claudia è intelligente, molto graziosa fisicamente e il suo sguardo è aperto. Ho iniziato l'esame psicologico con il test di Rorschach. Questa è la sua . risposta alla tavo­ la IV: « E' una brutta principessa - gira le spalle a suo figlio e somiglia ad un fantasma. Cancelli la parola « brutta » per favore! ». Dopo l'esame ho incontrato Claudia nel corridoio. Mi ha fermato dicendo di volermi parlare. Entrata nell'am­ bulatorio ha esposto le sue paure nei confronti della malattia e mi ha pregato di aiutarla a guarire. Dopo questo colloquio avevo quattro giorni di per­ messo. Al mio ritorno sono venuta a conoscenza del fatto che Claudia da tre giorni aveva assunto un atteggiamento negativista: restava coricata, non parlava, non mangiava e non andava al WC. Si prese in cdnsiderazione la possi­ bilità di somministrarle una fleboclisi. Mi hanno riferito poi che tre giorni prima era venuta a farle visita la madre; questa indossava la divisa regolamentare dei ricoverati, dato che era in trattamento nello stesso istituto della figlia. Ho rivist.o Claudia in occasione del consulto suc­ cessivo, durante il quale mi ha chiesto se ero al corrente della visita. della madre, quindi si è messa a raccontare: « ... una piccola bimba malata rimane accanto alla ma­ dre... che le narra la favola della pecora e del cavallo... ». Ha parlato a lungo, con voce sognante, vinta dalla nostal­ gia per l'intima relazione di altri tempi. Poi mi ha chie- 128

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