Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
della esibizione mostrano strette relazioni con l'isteria d'angoscia (citata da Feniche!). Nella sua opera Gli istinti arcaici dell'Uomo, Her mann scrive a questo proposito : « L'istinto di aggrappa mento può essere considerato come uno dei fattori neu ro-psichici della balbuzie ». Si tratta di una certa inter dipendenza della bocca · e delle mani; qµeste, erotizzate, possono diventare, come accade con la lingua o la bocca, la sede di strane sensazioni fisiche (disteso, in posizione « rilassata >> il malato « sente » la sua lingua ingrossarsi smisuratamente). Nel caso della balbuzie le corde vocali « si aggrappano per · staccarsi poi in modo traumatico ». Nell'analisi dei bambini la balbuzie diviene osservabi le per così dire quasi allo stato nascente. M. Synder (1960) dice che« la chiave dell'etiologia del la balbuzie si trova nella natura delle relazioni fra geni tori e bambini». · Secondo Glauber (1958) l'origine _della balbuzie è nella ambivalenza dei rapporti madre-figlio. Il conflitto tra l'es- sere dipendente o indipendente, aggressivo o no, ripro duce il conflitto tra il parlare e il non parlare. Tra la balbuzie e la nevrosi della madre sussiste una stretta in terdipendenza. G. G. Wyatt (1969) considera la balbuzie come un di sturbo dell'apprendimento della parola. Nello sviluppo dei modelli il parlare della madre serve da modello pri mario; un feed-back e una identificazione reciproca si costituisce tra la madre e il figlio. La - migliore e;ondizio ne dell'apprendimento della parola è il rapporto conti nuo e caloroso tra madre e figlio. L'apprendimento della parola è un processo di svi luppo di cui i diversi traguardi rivelano differenze quali- . tative. I disturbi della relazione madre-figlio possono cau sare delle crisi al livello di ciascuno di questi traguardi. Secondo Wyatt conviene allora invertire la marcia e ri tornare al livello dove i legami erano ancora s'olidi, la 108
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