Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

,si vuol dire) proviene dal vuoto, non dal pieno. Le no­ stre certezze stanno lì, come la nostra vita, come un che di animale 13 • Ed è percorrendo le strategie del nostro agire e dei nostr,i interessi che possiamo variamente considerare gli assetti formali della matematica, della scienza fisica e i requisiti di rigore nei quali vogliamo stringere l'ideale di queste ,di,sdpline. Come considereremo il problema della contraddizione che ne può minacciare l a · consi. ,stenza logica? Che si annida nei fondamenti della ma- tematica come la ruggine che corrode impercettibilmen­ te gli oggetti? Domandiamoci: si può temere la contrad­ dizione nei fondamenti della matematica quando essa non si presenta, quando essa non fa la sua comparsa n e i nostri cak:oli? FOI'se qualcuno risponderebbe mo­ strandoci una contrraddizione, per es. O� O, e dicendoci che •se ci fosse · una contraddizione essa avrebbe per es. questo , aspetto. Ora, però la contraddizione non l'abbia­ mo ancora incontrata, e allora noi ,dovremmo confron­ tare la situazione in cui la contraddizione non compare con quella :in cui compare; intendo dire: dovremmo stranamente giudicare di una situazione in cui non com­ pare la contraddizione in base al caso in cui essa invece compare?! Sembra che dobbiamo esorcizzare la contraddizione come ,se fosse una malattia, un morbo che :infesta la nostra aiviiltà. Ma che dire se invece producessimo una estensione dei nostri cakoJ.i accettando, entro certi re­ quisiti e vincoli, la comparsa della figura della contrad­ dizione, di O� O? (,s'intende fa contraddizione come fi­ gura, come costellazione di segni entro un gioco o una notazione; non certamente come rregola d'uso perché ciò significhel'ebbe quel caso • limite in oui tutti i giochi subiscono per così ,dire un collasso). La notazione della ,oontraddizione « p . ::::::: p » non proibisce nulla; non vieta la compai:isa di « p . ::::::: p ». Se vogliamo bandire 48

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