Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

Esiste un'aria di famiglia tra il Prog,etto di Freud e le Ricerche di Wittgenstein. L'incitamento di Wi tt genstein · : non pensare, ma osser­ va! e non troverai mai niente che ,sia comune a tutti i giiochi Hnguistici, ma vedrai somiglianze, parentele, af­ fiinità, richiama la scomposizione in Freud ,dei complessi percettivi in una parte costante, incompresa e IÌnassimri.,labHe (la Cosa, das Ding) e una parte var�abtile: gli attri­ buti e i movimenti della cosa, ciò che è dato intendere ri­ portandolo a un'·info'.I1Illazione proveniente dal proprio corpo 19. « Un'immagine ci ·teneva prigioraeri. E non po,tevamo venirne fuori, pe:riché giaceva nel nostro linguaggio, e questo - sembrnva ripete:rice1a inesorabilmente» 20 • In Wit­ tgenstein la parola è l'oggetto che prende dl posto rde11a Cosa freudiana conservandone le caratteristiche, ,1a fi­ sionomia. · « Si direbbe che ogni parola può bensì avere un carattere ,difforente in differenti contesti, ma che turttavia essa ha sempre un caratte11e - una fisionomia. Essa ci guarda. - Ma anche un viso dipinto, ci guar­ da » 21 • - Come il « prossimo», il Nebenmensch, che per Freud ha lineamenti (Zuge) imparagonabili, fo parOile han­ no un volto e Wittgenstein non manca di disegnarlo, questo volto, con gli stessi tratti elementaTi ed enigma­ tici del t , estone di Aldo, posto come una sentinella davan­ ti alla porta del sapere, chiedendosi se esprime simpa­ tia o ostilità. « Sì, intendere è come dirigersi verso qualcuno» 22 si dice Wittgenstein e per chiariirsi la natura ,di questo in­ tendere continua a esercita11si nel · disegno, ,sia immagi­ nando di muovere un ,dito nell'aria, sia tmociando un foego , su un foglio e poi un altro parallelo o trasversale ail primo. Oiò che egli scopre è una sorta di « et,ereo, inafferrabHe influsso», la « rcausazione del lasciarsi gui­ dare», il« movimento di una leva che collega il guardare le lettere con il parlare » e che fonde lettera e suono in 24

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