Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

vocis, la sua idealizzazione coincide con una ricerca di princìpi e di normalizzazione. Se si tiene presente questo processo storico che è con­ nesso icon la 1 storia materiale del partito comunista in Italia, con le trasformazioni sociali, con i rapporti tra le classi, con il quadro internazionale, e , sempre più lo sarà negli anni avvenire, credo si possano comprendere le diversità che ci sono tra la riflessione di Gramsci e quel­ la di Togliatti. Il primo « pensa » nel perimetro storico · del « problema dato » - anche se il suo tipo di cultura non gli consente di vedere a fondo gli elementi della situazione - H secondo è e pensa nel problema del partito come struttura politica che deve essere autosuf­ ficioote sul lungo periodo e quindi organizza la conti­ nuità della propria egemonia e le forme culturali che sembrano coerenti con la sua eticità. Morale del rac­ conto: pensare la storia del partito comunista sotto la categoria epistemologica della discontinuità. 25 luglio. - Sui giornali non c'è niente che rievochi il 25 luglio del 1943. E' una data che è già pas i sata dal genere giornalistico al genere storico. Una data resta sui giornali fino a ,quando si suppone che qualche suo effetto sia ancora in atto. Chiunque sarebbe piuttosto stupito di trovare sui giornali del 5 maggio il ricordo della partenza dei mille garibaldini da Quarto. Per chi vive oggi il 25 luglio del 1943 1 sfuma ver , so l'Abissinia, il Piave, Giolitti, Pelloux. Oggi una periodizzazione che stabilisca un inizio, considerata l'età media delle perso­ ne, potrebbe essere il 1962 (dopo un lungo periodo di scontri frontali la politica italiana è contrassegnata da­ gli ef.fetti della poli,tica di dialogo con i cattolici aperta dal partito socialista già negli anni Cinquanta...) La storia che veramente viene inglobata dalla me­ moria collettiva, ricavata con una media, può essere di una ventina d'anni. Non di più. Il resto passa da una 214 ----

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