Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
un trascurabile pianeta. Togliatti ,s1 e mosso in questa di!'ezione e il merito che gli viene fatto è quello di aver posto il pI'oblema in modo che non ,si creasse una diva ricazione a forbice tra gli intellettuali e la base popo lare del partito. Mi pare una argomentazione fredda, ma non ho suf ficiente passione per metterfa in dubbio. A livello della cultura organizzata il nuovo coagulo storicista, danno so più per i gusti culturali che trasportava, che per la teoria, uu certamente negativo. Faccio un solo caso, che mi è apparso chiaro quando ho preso in mano le carte inedite di De Martino: Quando le ricerche etnolo giche di De Martino cominciarono ad avvalersi della categorie ermeneutiche del primo Heidegger e della psi chiatria esistenziale, furono punite con l'etichetta di ir razionalismo sia per il metodo che per il suo oggetto. Croce escludeva dalla storia la dimensione « primitiva» e ne Martino ne aveva dovuta fare di strada per trova re uno spazio autonomo per l'etnologo, quasi il problema fosse quello di trovare in primo luogo le parole legitti me del discorso. Ci fu poi una cultura che ha pensato, con un rove sciamento speculare, di essere essa stessa il luogo dele gato alla elaborazione politica. Per un certo pe r iodo il proposito tenne insieme cose abbastanza differenti, poi dal tronco comune 1si partirono due interpretazioni di verse. L'una neopositivista tecnologica, ingegneristica che ebbe il suo sogno all'alba del centro-sinistra. L'al tra «classista» alla Lukàos-giovane che, contempora neamente, cominciò a produrre cartografia politica spes so molto interessante, e sollecitazioni mornH molto me no interessanti. C'è stata poi una tradizione, per ia verità molto in sordina, che vedeva certamente nel partito la grande figura ,storica della trasformazione socialista della so cietà, ma pensava che ad essa andasse aggregata l'ere- 211
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