Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

oupi di... », « tu che sei convinto che... ». Poteva sem­ brare un prendere atto della diversità, invece era sol­ tanto fa misura della distanza e un conferimento di parziale stupidità, di attitudine al lavoro senza talento. Meglio dl.l!Ilque per lui l'estraneità che il territorio con­ finante o peggio 'ancora il transito per quel territorio - senza una preventiva consonanza. Quello spazio doveva essere suo in ogni possibile dimensione: il suo discorso, il suo teatro e la sua identità. Si poteva, nel caso, pen­ sare in Pa c i, e si sa che questo è un costo che viene pagato alla fascinazione. Questo modo di fare scatenava furie terribili. Una volta, proprio in mezzo al Sessantotto, un mio collega di allo . ra mi disse con tutta serietà che egli riteneva . Paci degno di essere accusato come corruttore dei gio­ vani e che di tale accusa egli , si sarebbe presa volentieri la rnsponsabHità morale. Stizza e mediocrità del grande accusatore a parte, devo confessare che sono sempre state queste ingiustizie contro di lui che, nonostante la . mia lontananza di fatto e la sua non grande cordialità - una volta, venticinque anni fa, mi disse di essere stu­ pefatto che io leggessi Si le grain ne meurt di Gide - mi risultò sempre un filosofo vero e uomo simpatico. Mi parve sempre soggettivamente sovraccarico e oggetti­ vamente indifeso. E la sua morte mi apparve come la divaricazione estrema di queste due tendenze, la mani­ festazione distruttiva della loro incompatibilità. 21 luglio. - Il libro di Ajello Intellettuali e PCI 1944- 1958 appartiene al nuovo genere di storia scrHt . a da gior­ nalisti intdligenti. Come nella maggior parte di questi libri prevale largamente il tessuto narrativo - indi­ spensabile del resto in ogni ,storia - di ,superficie. Il visibile prevale in modo radicale sull'invisibile e la fonte tende -sempre ad appiattirsi ,sul fatto. H risultato è che non vi sono distorsioni damorose e che 1a let- 209

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