Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

...ma nell'eterno processo del movimento, del porsi e del risolversi delle contraddizioni» 42 • Non può più es-serci quella mappa del morto (corpus di riferimenti mnemonici, d'effetto, del tesoro) ché finisce per ammi­ nistrare il vivo, ma si deve seguire ri1 tempo del vivo, ana:lizzando(ne) il processo. Che questo non basti deci­ derlo è . evidente, infatti « l'essenziale: (NB) l'essere delle cose [è] fùori della coscienza dell'uomo e indi­ pendentemente da lui» 4 3. Il risolversi dello stile per cui « gli argomenti... da soli, non ,sono sufficienti» 44 descrive la metonimia necessaria quanto alla striscia di Moebius per la quale prende corpo in scena il pia­ gnisteo che non vede se - non ,la prima morte, e solo quando se ne ricorda, fra l'altro, m e ntre la seconda morte oscilla coniugata fra l'ovvietà d'una somiglianza, il terribile di fronte a cui si rifugia il « clavicembalo delirante», e il na t urale del loro porsi come filosofia. Il rapporto fra l'operazione gnoseologica e quella tattica vale il carattere di 1 1 elazione stretta fra questa dialettica e fa vita: « l'aocostarsi dell'intelletto (dello uomo) alla singola cosa... non è un atto semplice» 45 , poiché si costituisce contemporaneamente come un « trarre da essa una copia» 46 • « Accostarsi... allonta­ narsi», « ·reculer pour mieux sauter (savoir?)» 47 • Perché questo processo produca un avanzamento è neoes·sario, anzi, che qualcosa si perda o si giochi: se il rispecchiamento non è morto (non muore), sono le astrazioni a rispecchiare; non è un chiasmo, poiché ciò che sembra i due pezzi è qualcosa di vivo: descrivendo il rispecchiamento co­ me qualcosa di vivo è possibiìe l'efficacia di un'astra­ zione, a prezzo naturalmente che quest'astrazione non abbia soggetto, o, meglio, che il soggetto non vi ' trovi più lo stesso posto. Quindi ciò che qui può sembrare qualcosa come un'inversione tra astrazione e somiglianza speculare non 200

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