Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
terribili; ma che è la ,stessa lingua in cui Marcolina, senza (tempo) riguardo alla memoria, deve ora espri mere H destino d'un'avventura dimostrando ch'è pas sata, ed ora l'estrema. « Sull'anima mia, se tu muori io m'uccido» 15 : lei, usata morta nell'estremo tentativo di un ricordo, fissa la sua sottrazione nell'ellissi («io m'uccido») sfidando in nome della propria anima, che fu già prodotta, la vecchiaia che avanza ( « se tu muori »), a sua volta rap presentazione - offensiva, po1éhé si tratta di un mi santhrope - di U[la giovinezza che si spreca. In questo lavoro di sottrazione del valore d'un esercizio 16 Casa nova non solo fa spreco di esercizi 17 - i bei disegni che ,le pulsioni sessuali descrivono in omaggio alle pu1sioni dell'io - ma si costringe a vivere nel luogo in cui una surdeterminazione indicherebbe, di nuovo, un processo. Difatti « Sull'anima mia, se tu muori io m'uccido» è una ,lingua, e niente di meno 18 • 3. Si può benissimo -lasciare Casanova alla sua com pagnia, poiché la · a di bella ,sorgeva ,infatti di fronte al particolare esercizio della logica di un vel 1 9, e poi ché si avverte subito che dal luogo oscuro e silenzioso nel quale fin dall'Ad Herennium si consigliava di rac cogliersi emana il penetrante odore della «stanza della servitù». Non potendo, infatti, evadere 20 , resta, nella cella, del celebre aneddoto, il nome di Lenin, senza l'effetto, grottesco, delle , schiene, o l'agnitio di lettere, o rose, sul petto, - ma sul muro, indirizzandosi, le mo zioni, alla «scritta»; o meglio, senza che quest'effetto non sia già il rovescio tragico dell'abilità dell'eserci tatore del sapere - l'avvicinamento della v e cchiaia - poiché tutti gli effetti sono di una lingup, e non (di una visione) del mondo - diversamente, per chi insistesse su questo, si dovrebbe far durare H gioco per il « tem po di un intero poema... ». 194
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