Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
sembrare la più offensiva (la lettera di Bragadino) si . riduce a un'occasione per sprecare della gioventù - ciò che viene anche a coincidere con l'utile alibi al mo- . mento dell'incontro e dell'uocisione: d'altronde egli de ve a un tempo cercàre di seguir bene la sua carriera di misanthrope non avendo che da cercare nella pro pria memoria i nomi dei giovani da colpire, . e confer mare alle donne la funzione di , sfruttare-e s sere ideolo gia, senza tempo, pena kt facoltà di ,sistematizzare un ,discorso e un lutto finiti mediante la trasformazione della «figura»: la misanthrope. Ciò che, anche senza ricorrere all'indicazione del disegno d'un détour deno tativo, ,riprova che fra l'ideologia e il libro v'è una differenza non trascurabile - una impossipilità che spesso, quindi, viene raffigurata come una morte - e ci riporta necessariamente a una maggiore complessità dell'interpretazione, ponendo la questione dello stile che si esercita su questo limite (concettuale). Casanova deve rischiare fino al mattino l'indistinzione che il desi derio gli suggerisce 13 perché ugualmente fino al mattino Marcolina possa fare la sua parte, cioè prender piacere. Al mattino, infatti, coll'apparire di Casanova, oltre ad appariI'ci la Mar 1 colina che durante la notte (e sempre in modo indistinto) avrebbe potuto essere la vecchia laida del,l'avventura (tipica dei letterati), ricompare spietatamente la Marcolina della vita (non coniugabile) e non quella della memoria. Lo snodo dell'impossibile caratteristico di questa ,scoperta è appunto l'irruzione in vita di un segno di memoria dove Marcolina non c'era - ·e mancava proprio a Venezia, nonostante il ricordo abbastanza preciso del monastero ·ecc. E' il tragico passaggio dalla morte (memoria) alla vita di ora, la qµale, sottoposta alla necessaria pertinentizza zione in passato, remoto (di stanotte), introduce alla simile necessità del dettato di una seconda morte 14 , le dà, cioè 1 , i tempi di una _ lingua per parlare discorsi 193
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