Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
un'assicurazione a parte - per quel trattò di tempo li, soltanto -, la direzione , dell'albergo ooncedeva « Il Bri vido Del Vuoto » a quei ne r vi spossati da tanti stress industriosi: · eccitante quasi indispensabile per le piat te successioni degli , svaghi urbani. Quindi degli operai piazzavano le amache e qualche divano, merce che ve niva puntualmente ritirata il giorno seguente. Ma tutto ciò io lo ignoravo. E qualora vidi quei pochi divani e quel vuoto, quel possibile salto tremendo, capii che il destino, tale a un treno, mi aveva condotto esattamente nel luogo per i,l qu.rale io avevo pagato il biglietto. La notte era dolce. Ero stato in palestra tutta la gior nata. Sauna, massaggi -e in filne una stupenda doccia gelata. Mi ero vestito, con cura, ignaro di ciò che mi at tendeva. Ma interiormente sempre attento alla possi bilità che il segno si manifos1li. Rammento che decine di aerei da guerra, leggeri e rapidissimi, attraversarono il cielo in un boato, mentre sulla mia terrazza mi anno davo con cura la cravatta. Forse andavano verso oriente a castigare quei bastardi di arabi beduini. Fu insomma una tra le più belle serate della mia vita. Decisi di la sciare l'auto in garage. Avrei chiamato un tassì. Neanche il minimo sforzo, ecco. Pochi minuti dopo mi sdraiai comodamente sul sedile d'una potente mirafiori, diri gendomi rapidamente verso l'appuntamento che m'avreb be consentito, in seguito, di prendere il suo posto. Quando s'accostò al bordo, lo spinsi appena... Non so come dirvi..., ,sapevo che lui stesso mi avrebbe coa diuvato, sbilanciandosi proprio quel po' da consentire una _ spinterella, una inezia..., quasi una pacca affettuo sa. « Non soffro di vertigini, io» mi aveva confessato un giorno. «Davvero?» gli avevo risposto - igna- ro del fu turo. Non urlò nemmeno. Ancor ora credo che non si re se conto di morire, tanta fu la sor,presa. Pensò probabil mente d{ immaginare quel volo... Comunque sia mori. 180
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy