Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
zione di svantaggio - fui addirittura tentato . di pren dergli il braccio e di chiedergli ,se desiderasse bere qual cosa, offrivo io... Ma mi controllai, rendendomi conto di compiere una grave imprudenza. Evidentemente non avevo mai conosciuto il Bonomi, tuttavia l'avevo visto diverse volte passeggiare su e giù dinanzi al «Muret to» a braccetto con moglie e figliola. Quindi, al limite, non mentii neppure... I . miei amici, ai quali raccontavo semprre quei fatti che potevano avvantaggiarmi sulla metrica scala dei nostri valori, tacquero, sba!orditi dal mio ardire. Anche per loro, astuti burini, era un po' grossa... La cassiera (me la , rammento ancora), la signo ra Luisa (che cara persona!), cessò di chia c chierare con ·un diente e tutti - veramente - conversero su di me le loro attenzioni. «Bé ' SÌ, non s _ ta male... Lei è...» «Silvio Romoaldi, commercialista». Né quel giorno né mai in seguito . mi permisi di «guardare» la donna o/e le donne che sempre lo accom pagnavàno fuori dal lavoro. Il mio cuore era sincero e solida come il granito era la mia volontà di realizzare l'unico e ultimo desiderio della vita mia: prendere il suo posto. Non vi dirò come rriuscii a ottenere la possibilità di rivederlo in città, telefonandogli sulla sua linea perso- · nale, ottenendo così il primo appuntamento nel suo uf ficio, nel quale come ho già -detto ebbi quella netta sen sazione a proposito della 1sua coscien11a. Sì. Tutti questi piccoli fatti o aneddoti sono ora conservati presso il mio notaio, Dorabella Cabus, il quale non li renderà noti a nessuno sinché tutti coloro che involontariamente mi aiutarono ad attuare il mio crimine saranno in vita. Vi dirò invece qualcosa di più essenziale: io volevo ri vederlo e iniettai in quel verbo modale tutto me stesso, e ci r1uscii. Vanitoso com'era, la prima cosa da fare era, ovvia- 177
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