Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

fra oggetti. Nessuna parola deve sequestrare l'attenzione del lettore ma deve contribuire, in senso funzionale, - « al movimento drammatico che nasce, che scaturisce da quel determinato insi,eme di cose apparse in un determinato rapporto». « Che Saba abbia preso fuoco per Freud non fa meravi­ glia. Freud arriva a dar ragione teoreticamente, scientifica­ mente e in universale a quello che era sempre stato il po­ stulato, il punto di partenza di Saba poeta: i rapporti col mondo -oggettivo sono un fatto psicologico o, per meglio dire, psichico». Saba vive la stessa crisi degli ermetici ma non è spiritualista. Non cerca lo spirito ma un'anima « come qualcosa di fisico, di tangibile: quella che più propriamente si chiama la psiche». « Il famoso inconscio inv , entato da Freud corrisponde al più ingegnoso, e anche grandioso, ten­ tativo di trovare una . sede, un luogo, un organo anche a quella parte della psiche della quale constatiamo gli effetti, sebbene la causa ci appaia invisibile ». Ecco che sul versante della poesia « psichica » del nove­ cento si apre un t,essuto di connessioni, uno sguardo freu­ diano sull'accadere psichico. Anche la questione della me­ moria ,e della sensazione si apre a questa scrittura con uno scollamento che il convegno della Pratica freudiana sull'ap­ parato psichico ha messo in rilievo. Per Zanzotto e Montale avevo parlato di una linea della impossibilità della memoria e della :regressione alla sensa­ zione. E perché non prendere a prestito dal Debenedetti que­ sta bella caratterizzazione di uria poesia del versante psichico? Su questo versante allora avremmo una poesia « freu­ diana» non per la tematica, o la sensibilità ai fatti psicolo­ gici, ma essenzialmente perché parteciperebbe di una fun­ zione essenziale del pensie ;r o che Freud mette in luce ad esempio nelle Precisazioni sui due principi dell'accadere psi­ chico, quando parla di un pensiero inconscio che si eleva sopra le mere rappresentazioni degli oggetti per rivolgersi alle relazioni fra le impr-essioni provenienti daglii oggetti. Tale pensiero acquistò qualità percepibili alla coscienza solo quando si . collegò ai residui di rappresentazioni verbali. Dalla parte d.el pensiero che si è conservato libero dal­ l'esame di realtà Freud pone l'attività del fantasticare che rinuncia alla dipendenza dagli oggetti reali ma fa propria l'attività precipua del collegarli liberamente fra di loro. {e. k.). 167

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