Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

Sartre, la madre, la fraternità I commenti della .stampa italiana, l'indomani della morte di Jean Paul Sartre, presentavano - fatte salve le consuete eccezioni e, al lato opposto, i consueti usi strumentali poli­ tici - un bell'effetto: il fraintendimento. Non lo dico a scopo liquidatorio. Fraintendere è capire di traverso, àl di qua o al di là, è insomma un atto mancato e come tale non è per nulla qualcosa che manchi al proprio effetto. Anche Sartre, per esempio, ha frainteso (utilmente) la psi­ coanalisi, e lo si legge benissimo nella sua opera, dall'ultima parte dell'Etre et le néant, all'lmaginaire, fino all'ldiot de la famille, fino addirittura, all'intervista o chiacchierata com­ parsa poco prima della morte, nel Nouvel Observateur, sui temi dell'impegno, della violenza, della fraternità etc. Alla ricerca di una radice della fraternità come « rapport premier » fra gli uomini, Sartre crede d'individuarla così: « C'est le fait que pour chacun la naissance est tellement le meme phenomène que pour le voisin que, d'une certaine manière, deux hommes qui parlent entre eux, ils ont la meme - mère... ». Sicché il rapporto di fraternità, ovviamente perseguito nel­ l'angolazione politico-sociale, è « le rapport d'etre né d'une meme mère ». Incalzato dall'interlocutore che annusa puzza di bruciato, ossia caduta nella mitologia, Sartre si riaggancia al clan primitivo, al divieto di endogamia, alla comunione. totemica: vale a dire, al Freud di Totem e tabù. E' vero che proprio Freud potrebbe aiutare a uscire dal pasticcio fra biologia e mitologia, fra mere (per esempio, . è curiosa la sostituzione che opera Sartre collegando il totem all'istanza materna anziché a quella paterna) e l'essere tutti « sortis du sexe d'une femme » e così via. Letta nelle pagine freudiane, la questione, cioè la domanda cui Sartre vuole rispondere, si sposta. Come potrebbe essere diversamente, dal momento che nella storia ideale del clan si iscrive, né più né meno, che il complesso di Edipo? Sartre suppone di sfuggire alla stretta fra biologia e mito con il ricorso al « domaine affe.ctif », che somiglia molto a un pis aller. Con Freud - o mi sbaglio? - si scopre che · un quartum datur: magari se lo si accompagna con quel che dice Lacan circa l'ordine simbolico nel ,suo Seminario, libro secondo. (g.g.). 165

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