Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
L'Argomento del Linguaggio Privato ha già mostrato che l'uso da parte di una persona di un'espressione non -può essere basato solamente sulle sue sensazioni; i cri teri per l'uso corretto e scorretto devono essere pub- . blici. Ma sono questi criteri che danno alla parola il suo significato nel linguaggio pubblico (cfr. 271). Le parole hanno allora sia un significato pubblico che un signifi cato privato? Ma se ciò fosse possibile, anche un linguag gio privato sarebbe possibile. IIn altre parole, il principio che esclude la possibilità di un linguaggio privato (essere cioè pubblici i fattori determinanti del significato) implica anche che le ma nifestazioni del dolore non possono essere connesse solo sintomaticamente al dolore; alcune di esse devono fun zionare come criteri. Ci deve essere una relazione seman tica (non contingente) tra dè�crizioni mentali e fisiche. III Ma se il significato di un enrunciato è dato dalle sue . condizioni di verità e ci deve essere un nesso tra il si gnificato di « Lei ha un dolore » e il suo comportamento, sembrerebbe che l'unica opzione rimasta sia quella di una . riduzione comportamentista del mentale al fisico. « 307. « Allora sei un cripto-behaviorista. In fondo non dici che all'infuori del comportamento umano tutto è fin zione?» Se parlo di una finzione, allora si tratta di una finzione grammaticale». Sebbene questa sia un'accusa frequentemente rivolta a Wittgenstein, egli ne nega la proponibilità. L'accusa stessa non sorge che quando siamo dominati dall'imma gine di quella funzione del linguaggio che Wittgenstein tenta di scartare. « 304. t< Ma ammetterai certamente che c'è una differenza tra il comportamento tipico del dolore in presenza di do- 136
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