Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

in modo approssimativo, con queste condizioni di veri­ tà - impariamo quali sono alcuni dei sintomi del dolore. La distinzione tra sintomi e criteri è segnata da Wit­ tgenstein nel Blue Book (pag. 25): «Se la scienza medica chiama angina un'infiammazione causàta da un bacillo e noi chiediamo in un caso particolare ' perché dici che quest'uomo ha un'angina?' allora la risposta 'Ho tro­ vato il bacillo nel suo sangue ' ci dà il criterio o ciò che possiamo chiamare il criterio che definisce l'angina. Se d'altra parte la risposta fosse: 'La sua gola è infiamma­ ta ', questo potrebbe darci un sintomo dell'angina. Chia­ mo «sintomo» un fenomeno di cui l'esperienza ci ha insegnato che coincide, in un modo o in un altro, con il fenomeno che è il nostro criterio di definizione. Al­ lora dire: 'Un uomo ha l'angina se si trova tale bacillo in lui ' è una tautologia o è un modo approssimativo di affermare la definizione di ' angina '. Ma dire ' Un uomo ha l'angina ogni qualvolta ha la gola infiammata ' è fare un'ipotesi». E più avanti commenta che non c'è, in generale, nes­ suna linea rigida da tracciare; abbiamo qui una linea che fluttua con lo stato della conoscenza scientifica e la pratica diagnostica. La critica di Wittgenstein della concezione che il comportamento può solo essere dolore sintomatico e che non ci sono criteri comportamentali per l'attribu_ zione di dolore, si trova nelle Ricerche (293 e seguenti). Egli argomenta, come Frege prima · di lui, che il conte- nuto oggettivo di un'espressione appartenente ad un lin­ guaggio pubblico non può essere dato dal riferimento alle rappresentazioni mentali private o alle idee. Non si può presumere che il significato di «dolore >> sia la sensazione a cui la parola si riferisce, perché, per quan­ to ne sappiamo, le sensazioni di ognuno potrebbero es­ sere diverse (poiché è parte dell'ipotesi il fatto che non possiamo mai sapere come si sente un'altra persona). 133

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