Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
sazioni, le esperienze, le idee, ecc. come oggetti che devo no o ,esistere ·indipendentemente dagli oggetti fisici, o es sere privati di ogni tipo di esistenza. Il riduttivismo · nel- la forma del comportamentismo o del fisicalismo non deriva necessariamente dalla negazione che tali cose so no oggetti (i designata delle ·espressioni singolari di rife rimento). Ciò che, è il mio suggerimento, consegue, dato l'Argomento del Linguaggio , Privato, è l'irriducibilità del discorso sul mentale al discorso sul fisico, nonostante la loro interdipendenza semantica e èhe, in questa luce, la privatezza del mentale riemerge come possibile solo contro uno sfondo di conoscenza delle capacità cogn1- tive altrui. I Per i miei scopi sto supponendo che il punto crucia le dell'Argomento del Linguaggio P,rivato è contenuto nelle Ricerche Filosofiche I, 256-269. La discussione qui riguarda una situazione ipotetica in cui il mentale - in questo caso l'accadere delle sensazioni - non ha alcun correlato non-mentale. Quindi: « 256. Ma che dire, se possedessi soltanto la sensazione; e nessuna naturale manifestazione esterna della sensa zione? 257. _ Ma se gli uomini non esternassero i loro dolori (non gemessero, non torcessero il volto...)»? Questa situazione ipotetica è tale da essere . ammessa co me possibile sia dal dualista cartesiano, sia da un as sertore dell'indipendenza semantica del discorso menta le dal discorso .fisico, sia da colui che sostiene che non ci possono essere leggi psico-fisicbe, perché la supposi zione che non . vi sia nessuna manifestazione naturale della sensazione è , equivalente alla negazione che vi siano 125
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