Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
cioè .di non colmare mai fa distanza verso il « luogo del godimento». L'etica si configura così per Lacan come un'aporia: « Si può dire che il passo fatto, ,al livello del principio di piacere, da Freud è questo: è di mo- - ,strarci che non c'è Bene supremo; che il Bene ·supre mo che è das Ding, che è la madre, che è l'oggetto del- . l'inoesto, è un bene interdetto, e che non \si è altro bene. Tale è il fondamento, rovesciato - in Freud, della legge morale». L'erma del sogno che vi sto presentando sembra coincidere compiutamente con la concezione lacaniana di das Ding. ·�rtecipa della ,sua misteriosa fissità e nel suo , i,solamento giustifica il passo compiuto da Lacan rivoltandone la « réalité muette» in modo che al mede simo posto venga a organizza:risi quel qualcosa che ne è in un oerto senso l'opposto, l'inverso e !':identico: è come « trama ,significante pura», come mas,sima uni versale, come fa cosa più • spoglia di relazioni all'indi viduo che viene così a configurarsi das Ding. La rappresentazione del sogno integra, per così dire, a questa dimensione statica della Cosa coincidente con la « ·sincronia primitiva del sistema -significante», la dimensione del movimento . che in Freud ha -t , anta im portanza. E' come se tra i dive11si modi di riferirsi alla Cosa Laoan p11ivilegiasse quello de1l'isterico per il qua le l'esperienza di •soddisfacimento che mira a ritrovare l'oggetto consiste nel ·« ricreare w;io stato centrato sul l'oggetto in quanto questo oggetto, das Ding, è il cen tro e il ,supporto di un'avversione». E in questo « vuo to centrale » come ama chiamwlo Lacan non può sor gere . che 1a massima universale di una morale rovescia ta per cui J'unico approccio alla Cosa è 1a scelta det tata dall'istinto - di morte. Om, per noi :non ,si rtrat1Ja certo di redimere la Cosa, , di porre al posto dell'odio per la psicoanalisi un amore i-spimto ,ai valori dell'oblatività o ai miraggi di una 12
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