Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
garni hanno fa felicità della trouvaille - un origami viene come da ,sé, si trova quasi distrattamente - ma insieme ,la difficoltà a fasciarsi memorizzare. Il pro blema a cui rimandano, come gli origami ancora che si dimenticano in breve tempo , senza precise istruzioni, è quello della Tecnica. E non per niente il primo dei seminari di Laoan è dedioato a�Li scritti tecnici di Freud. Ciò che resta di un origami, dispiegato invertendo le istruzioni, è un foglio intero, la cosa intonsa. E anche il percorso degli Ecrits si compie ,intorno a quel massic cio centrale che è La co�a freudiana dove a sconcertare il lettore non è l'illuminazione ,di una piega oi:iiginale ma ,la frontalità di un detto che può riuscire odioso: Moi, la Vérité, je parle. « Quelle che noi chiamiamo cose (Ding) sono residui che si sottraggono al giudizio», scrive Freud nel 1895 7 • E' perché l'accesso a Freud è sbarrato che il program ma del ritorno ,a F , reud non può consis 1 tere che nell'ope razione che lo contorna, ne fa ·n giro. Come transfert -e resistenza sono strettamente col- 1egati in un'analisi, così 1o squaI1Cio che il commentario di Laican ci apre sulla realtà ,di Freud non ce lo rende più prossimo. Se è vero , infatti, come nota Freud nel Progetto, che · è « sul suo prossimo che l'uomo impara ,a conoscere » 8 non possiamo non dare il suo peso an che a ciò che dell'essere umano prossimo (Nebenmensch) Freud ci dice neUo stesso Progetto e lungo tutta la sua opera fino a:l Disagio nella civNtà evidenz1ando n e l modo più crudo la malvagità del prossimo e l'intenibilità del comandamento ad amarlo come noi stes,si. L'incontro con Preud è per uno psicoanalista fincontro con das Ding. Consenti1temi a questo proposito di riferirvi un so gno. Non compare altro, in questo sogno, che 1u.na fi gu ria, ,la fi gu ra di Freud, sbalzata eome un busto o un for te ritratto. Si tratta però non di una copia ma dello 10
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