Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

guzia da farci supporre che la tendenza prima repressa sia riuscita a spuntarla senza subire praticamente nes­ suna sottrazione.». E' degna di sottolineatura l'espressione: « che esso (l'impulso a ingiuriare) sia talmente ostacolato dal sen­ so delle convenienze o civiltà estetica». Possiamo affermare, a questo punto, che la rigorosa normativa del testo poetico, la artificiale dissemina�ione di ostacoli al �< libero» fluire del discorso, instauri una situazione di piacere preliminare, ove, appunto, il pia­ cere sia « incomparabilmente più grande» dell'investi­ mento richiesto? E che in ciò vada ricercato il « piacere . estetico» della poesia? Lo si può almeno ipotizzare, lasciando aperte tutte le questioni cui allude Freud nella chiusa de Il poeta e la fantasia « Con ciò siamo giunti alla soglia di nuove interessanti e complesse indagini». Notiamo soltanto - di passato - che per tutt'altre vie Juri Tynianov, esponente della grande scuola critica del formalismo russo, ha parlato del metro in poesia - e cioè del complicato gioco tra ritmo, rima, accento, verso { strofe, assonanza, allitterazione - come di un'an­ ticipazione dinamica, per cui un certo elemento o grup­ po metrico induce all'attesa di una successione di ele­ menti o di gruppi analoghi. La connessione tra « pia­ cere preliminare» e « anticipa�ione dinamica», raffor­ zata dalla circostanza che in un caso come nell'altro si ha a che fare con la ripetizione, può forse indicarci una possibile via di ricerca. Come un'altra via di ricerca può muovere dal concetto, elaborato da Derrida, di « dif­ ferance» - che è differenza e insieme differimento. Gli effetti di differimento del piacere sessuale e quelli · pro­ pri alla rima e, più in generale, alla metrica, potrebbero - e uso ancora il condizionale - avere alcuni punti di 87

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