Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

ma in cui sin dall'iniz - io i due pensieri hanno scelto per reciproca induzione l'espressione linguistica che con una facile elaborazione successiva fa sorgere l'identità del suono». ·La rima appare perciò, parafrasando la nota espres­ sione freudiana -«ponte di parole», come un «ponte cli suoni » attraverso il quale due pensieri si incontrano e - appunto - consuonanQ. E' . chiaro che ciò non può che avvenire negli elementi dell'apparato psichico - ado- . periamo qui la terminologia della Interpretazione dei sogni, cap. 7, B - · ove si conservano le tracce mnesti­ che, e dove gli stessi tipi çli eccitamento, le percezioni, vengono ordinati «prima di tutto secondo la loro coin­ cidenza temporale», mediante · «l'associazione per simul­ taneità», e poi «secondo altri tipi di coincidenza... re­ lazioni di affinità e altro». Seguendo questo filo del di­ scorso sembrerebbe che la rima si presenti tanto meglio riuscita quanto più essa insorga vicino al primo degli elementi Tmn (tracce mnestiche), il più vicino al si­ stema P (percezione). Sia lecito, anche in questo caso, azzardare un'ipotesi (certo, così formulata, ancora «ana­ logica»). Il sistema delle rime, ove il fare poetico lo comporta, èJ , una modalità forte del legame tra i vari versi, e ove occorra, tra le stesse strofe. Sottolinea, se così si può dire, la compattezza, la «concentrazione» del testo, e, in un certo modo, la sua «simultaneità». E' noto che «verso», - come osserva ancora Dante - citato da Jakobson - nel De vulgari eloquentia, signi­ fica «volta», cioè ritorno. La rima fa, appunto, ritor­ nare indietro, al primo verso che la genera, incide cioè in senso contrario alle esigenze - pure invalicabili - del procedere lineare della scrittura (e del discorso): tende, sia pure entro i margini del possibile, anche per questo aspetto, alla simultaneità, alla «coincidenza tem­ porale» di cui parla Freud, alla circolarità del tesfo. Ciò è posto in luce, in maniera estremizzata, dall'im- 7 2 .