Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
turale» che la contrassegna: i due seni al silicone. Co me ciò che «fissa» il ' collegamento con la madre-pàrtner è, nel caso della giovane colta da un delirio di tipo pa ranoico, l'idea di una macchina fotografica. Ma riprendiamo per un momento il seminario del- 1'anno scorso e il caso che vi abbiamo analizzato. Era la storia di un matrimonio, quello dell'«uomo dei lupi» con Teresa. Avevamo seguito l'«uomo dei lupi» nel de corso delle sue nevrosi infantili, prima l'isteria, poi la nevrosi ossessiva, avevamo riscontrato in un episodio del 1908 una specie di svolta o piuttosto di ritorno, di ripetizione che doveva senz'altro concorrere a spingerlo due anni dopo nello studio di Freud: l'incontro, in una clinica tedesca, di una donna, di La donna, Teresa, di cui subito lo colpisce l'ascendenza spagnola. Durante l'analisi con Freud l'elemento «Spagna» si individua nella sua importanza. Freud lo insegue a ritroso fino all'età dei sette anni dell'«uomo dei lupi», epoça di un suo viaggio in quella nazione dove cantava nella parte di Rosina la moglie dello zio Basilio, per la quale Ba silio era il terzo marito come la nonna Teresa, che pure era stata una cantante, secondo i racconti che essa ne faceva all'«uomo dei lupi», aveva avuto tre mariti, tra cui un ufficiale spagnolo. Questa zia, moglie dello zio Basilio, si chiamava Alessandra, lo stesso nome della madre del!'«uomo dei lupi». L'elemento Spagna veniva così a collegare Teresa alla madre dell'«uomo dei lupi», e nel medesimo tempo l'elemento «tedesco» nel · cui contesto l'incontro con Teresa era avvenuto, mentre mar cava la sua importanza nelle scelte attuali dell'«uomo dei lupi», che aveva per esso lasciato la patria Russia, era ugualmente riconducibile alla sua infanzia e a un certo precettore tedesco che a dieci anni l'aveva intro dotto all'entusiasmo «per le cose militari, per le uni formi, le armi e i cavalli con cui alimentò i suoi fre quentissimi sogni ad occhi aperti» (cfr. Freud, Daila 26
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