Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

urina:. Ma il « ratto » che Olga riferisce poi a se stessa con il ratto delle Sabine, è come se ci spingesse anche -qui (come la Grecia nel primo sogno e l'età degli uomi­ ni pelati nel terzo) in un tempo lontano in cui quell'a­ more fatto a gabinetto aveva anche a ché · fare con un bambino-ratto che nasceva · con la defecazione. Con l'at. to della nascita ritornerebbe così in campo la · figura della madre avanzata dal vecchio sogno dell'incendid (la donna con il bastone identificata con la madre) e che Olga però tende a · cancellare dal sogno oggi in que­ stione (la donna è la stessa, ma non è la madre). Potremmo dire che si tratta · appunto di una denega­ zione, che proprio perché Olga sente qui la donna in qualche modo dive.rsa da quella del vecchio sogno che senza dubbi identificava con la madre, non fa che con­ fermarci che della madre si tratti. Ma credo · che la psi­ coanalisi ci insegni a rifuggire dall'applicazione schema­ tica di una • teoria giusta per lasciare invece che sia la clinica · a condurci alla teoria, così come il primo e il terzo sogno di Olga abbracciano e nascondono la teo­ rizzazione che il secondo ci offre. Ma è appunto il sogno a offrircela. Perché il sogno se esaudisce-punisce il de­ siderio, ci dà anche qualcosa di più, e qui anticipo forse qualcosa che ci dirà Pinzi, · esaudisce il - desiderio per eccellenza del nostro inconscio, che è quello in fondo di darci un resoconto del suo lavoro e della sua struttura. . . Allora forse . la denegazione ci dice qualcosa . di più di una semplice conferma. Ossia ci dice insieme . due cose contrarie che apparentemente si escludo{10 a vi­ cenda. Che la donna del �econdo sogno · è la i:nadre di Olga, ma a�che eh� la donna d�l secondo sogno non è proprio la madre di Olga. Ed è qui che il rapporto tra il sogno e la «·coppia » si complica e, forse, si e;hiarisce. E possiamo prendere in esame un altro testo di Freud, 20

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