Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

quanto emblema e incarnazione de1la macchina dispo­ tica del potere, ma lo accetta come uomo, come sogget­ tività di piacere... - Ma guarda te queste . .donne che vogliono avere tanti uomini tra ·cui mettere in palio il piacere. ..:..... Strano, se <levo essere sincero a me questa storia del Califfo mi ha invece suggerito ben altre associazioni d'idee. Convengo che il senso maggiore è senz'altro da cercarsi nel ,rapporto uomo donna, ma come ogni iscri­ zfone simbolica essa mi pare surdeterminata. Fatto sta che mentre ,stavi rileggendo mi sono ritrovato a percor­ rere un altro itinerario di ,senso... e mi sembrava che quella fantasia orientale mi dicesse che finché il potere riesce a partecipare a tutte le congiure contro il potere, sta pur cer.to che il potere potrà sempre rimanere al pç>tere. E questo non solo per de varie Piazza Fontana ed altre - anche rosse - brigate. Se non sbaglio in Quale storia laggiù attende la fine? cioè l'ultimo di quei romanzi interrotti, chi •scrive si diverte a cancehlare mi­ nisteri, caserme, corpi di guardia, commissariati... ma poi si acco11ge di essere assistito nel proprio ,lavoro nien­ temeno che da quelli della Sezione D, e allora ha un bel protestare: « Ma io non la intendevo mica come voi... Il mio proposito era un altro... Io cancello in un altro modo». Chissà, forse quel mondo di fiabe assomiglia al­ l'oggi, perché anche oggi il potere sa essere ed ama mo­ strarni cieco e onniveggente. - Eh, sì, viviamo decisamente in un mondo dove non si sa più chi sta ·con chi. - Questa è un'impressione che provo spesso anch'io. - Già. - Cosa stavi dicendo tu a proposito deHe soggetti- vità dei signori uomini? - Niente di speciale. Osservavo semplicemente che le voci narrative dei romanzi intercalati sono tutte di uomini che si contendono il mondo e le donne. 183

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