Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

mini soli e che non possono mai sepaTarsi da se stessi. Ognuno di loro, in nessun istante della sua vita, nem­ meno a letto, non si perde mai di vista. -,, Cioè è sempre un uomo come tutti gli altri, direi, no? E non è certo colpa sua se il mondo è affetto da significazione. Oggi le voci si diffondono, mio caro, e rimbalzano dappertutto. Ragioni di sicurezza, difesa e prevenzione impongono una decifrazione immediata. E poi questo mondo .di segni "Cambia così in fretta... e cre­ sce e si diffonde così fu fretta che risulta difficile evi­ tare gli ingorghi di senso, e le denunce di incompeten -: za, e di impotenza, caro mio. - Umh! Dici? Ma questi, tutti e dieci, si guardano così spesso... e poi tutti e dieci controllano la propria scrittura, sì, perché ognuno di quegli inizi di romanzo contiene una .digressione narrativa. Quegli « io » par­ lano tutti della loro . scrittura. . - Lo credo bene sono scrittori. - E tu che fino ad ora non sei mai intervenuto nella discussione cosa ne pensi? - Di cosa? � Non &o, di queste digressioni metanarrative, ad esempio. - La materia mi pare complessa, e non sempre il concetto di metanarratività può spiegare il fenomeno. più che di digressioni fprse si tratta, come prima diceva qualcuno, di cambiamenti dei piani di rappresentazione. Non c'è dubbio che in tutto 11 romanzo la scrittura di Calvino si sviluppa prima su un piano diegetico narra­ tivo per poi passare, all'improvviso, a parlare di se stessa e delle impres·sioni suscitate dalla sua .Jettura. Ma lo fà così spesso, e spesso anche senza soluzione di con­ tinuità, che riesce difficile separare . dò che veramente non fa parte della narrazione. Avrete notato anche voi come vi siano ·di continuo nel romanzo dei passaggi in cui, come nei sogni, le parole ·sono usate come cose. 177

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