Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

variare le sue modalità di discorso, grazie anche a una sua straordinaria capacità parodica. Quando Diderot si è messo a scrivere il ,suo Jacques aveva a disposizione una grande varietà di modelli: romanzi d'avventure, ro­ manzi ,di analisi e di costume, racconti morali, romanzi sentimentali come la Nouvelle Heloise che è del 1761... - Ah noi , Basta · col Settecento per carità. Scusa ma mi rifiuto , di retr9datare il discorso. Mentre invece sono d'accordo quando ambedue ,sostenete che Calvino col suo Viaggiatore ha inventariato ' un certo numero c;li me�anismi narrativi elementari. - Io vorrei aggiungere, anche se non so bene cosa voglia dire, che tutte quelle voci narrative sono delle presenze ,solitarie... a incominciare dal primo « io » che troviamo in stazione. , · - Quello è poi l'io di un uomo che · non è mai sor­ preso ,da nulla... forse perché si. considera disposto a tutto. E tanti altri « io » lo sono. Non .tutti però. - Nori tutti! Visto anche che sono : tanti, e · per - ana­ lizzarli bisognerebbe · perlomeno prenderli tutti in con° siderazione, perché è solo assieme che essi costituiscono un ·sistema psichico. Ma poi visto che in quel sistema di scrittura · non sono soltanto gli «io» che parlano, anzi la voce narrativa sa mostrarsi éosì spesso incorporale, eteroclita e multiforme... çhe non vedo dove ci possa portare • l'analisf particolareggiata di quelle · occorrenze -di (( io-». , . - ' E poi se anche noi nel ca:leidoscopiò della memo- ria andassimo a rivederci i nostri « io » passati, trove­ remmo certo che hanno subito delle mutazioni, e che il loro ,ricordo si inscrive nel nostro ,discorso futuro. An­ che il romanzo -dell;:1 nostra vita è un romanzo frammen­ tato come non mai, con le sue piene di relazioni inter­ rotte e sentimenti ineffabili. Anche la nostra è stata una vita accidentale, figurata, episodica. - 1 Però anch'io ,direi che sono sicuramente degli uo- 176

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