Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
e ,là era respiro» (Elegie Duinesi, trad. it. ,Enrico e Igea De Portu, Torino 1978, p. 51). 3 «Sempre c'è mondo / e mai quel nessun // dove senza ne gazioni» (Ottava Elegia, cit., p. 49). Il mondo è interamente lo spazio del dicibile, quello che Rilke descrive nella Nona Elegia: « Forse noi siamo qui per dire: casa / ponte, fontana, porta, broc ca, albero da frutti, finestra, / al più: colonna, torre...» (Elegie Duinesi, cit., p. 57), e ancora: « Qui è il tempo del dicibile, qui la sua patria» (ivi). Questo tempo, questo spazio costituiscono anche il limite del nostro dire; non un altrove senza negazioni, ma il mondo a cui costantemente ci riporta dl linguaggio, perché « a questo mondo ci riunisce disperatamente l'Angelo» (M. Cac ciari, Krisis, Milano 1976-, p. 160). 4 Cfr. M. Cacciari, La Vienna di Wittgenstein, in «Nuova Corrente» 72/73, p. 97 («La solitudine eroica dell'etica kantiana (come Weininger la interpreta) è frutto della lacerante separa zione di soggetto e mondo, essere e dovere»). s Questa vittoria apparente consiste nel fuggire di fronte alla pratica del silenzio che costringe a tacere di ciò che è sco nosciuto. Il precetto di Wittgenstein è quanto Weininger disat tende, preferendo la finzione (mortale) di un linguaggio senza residui al reale di un linguaggio che, anche attraverso il silen zio, apra alla possibilità di altri linguaggi. 6 La realizzazione dell'impossibile, che Weininger persegue, non può che essere catastrofica, dal momento che esclude la ri petizione. Qui è d'obbligo il richiamo ad un contemporaneo come Michelstaedter. In La persuasione e la rettorica vi è il costante riferimento alla necessità che la domanda venga sospesa defini tivamente; poiché il desiderio e la domanda implicano lo scacco, occorre assaporare «nell'impossibile, nell'insopportabile la gioia d'un presente più pieno». Ciò che né Michelstaedter né Weininger sopportano è, in senso freudiano, la 'Spaltung ', la castrazione nel linguaggio, con ,la conseguenza che solo la morte può dare agli uomini «la vita ora qui tutta, perché non chiedano» (Mi chelstaedter). 1 O. Weininger, Sesso e carattere, Milano 1978, p. 342. s O. Weininger, op. oit., p. 302. 9 R. Della Pietra, La concezione dell'eros in Otto Weininger, in «Nuova Corrente» 79/80, p. 282. 10 Cfr. G. Trakl, Passione, in Poesie, Torino 1979, p. 115 («Nel buio degli abeti / Due lupi mischiarono il sangue / In un ab braccio di pietra»). 11 G. Trakl, Canti del rosario, op. cit., p. 29. 12 G. Trakl, Canto delle ore, op. cit., p. 53. · 13 Identico motivo in Rilke, che nella Seconda Elegia così si rivolge agli amanti: «Amanti, a voi, placati l'uno nell'altro, / io domando di noi. Voi vi avvincete. Ne siete sicuri? / Guardate, 159
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