Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
Ma non c'è, in Trakl, nessuna fascinazione della cata strofe (anzi, « raccapricciante è la fine della progenie»), e tantomeno condanna etico-ascetica del coito. Se anche per lui, come per Weininger, non esiste redenzione attra verso l'amore 13, è perché il rapporto amoroso implica uno scacco, un disagio insuperabile di fronte al quale non serve fuggire, perché implicito nell'essenza stessa del linguaggio, nella sua irriducebile 'Unheimlichkeit '. L'unione con la donna, seppure scaturisce « dalla più fonda la schiavitù della carne», è un evento la cui traccia, inscritta nel grembo segreto e silenzioso dell'' Ungebore ner ', deve costantemente tornare ad essere scritta in una domanda certo impietosa e dolorosa, ma tuttavia presa nel ritmo di una ripetizione che nessuna pienezza o ' parousìa ' possono esorcizzare. Per questo la donna, lungi dall'essere la marca di un'alterità malata, è « so rella di tempestosa tristezza», è la 'fremde Schwester ', la sorella che nel suo essere ' estranea ' condivide il canto del dipartito, in quella duplice erranza che costituisce il destino della stirpe straniera. E' in questa reciproca appartenenza alla migrazione spaesante e straniera della ' Heimatlosigkeit ' che uomo e donna superano la male dizione implicita nella discordia dei sessi per accettare la insuperabile duplicità raccolta nella figura di Elis, lo straniero chiamato nel tramonto 1 4. Roberto Carifi 1 Mi permetto di rimandare, su questo tema del 'tout dire', al mio Weininger e Lacan, in « n ' piccolo Hans » 20. 2 Il destino dell'uomo è, in Rilke, la distanza dal silenzio dell'Aperto, dell'altro versante. Cfr. i versi della Ottava Elegia: « Ecco quel che si chiama Destino: essere di rimpetto, / e nul l'altro, e sempre di rimpetto », oppure: « Qui tutto è distanza / 158
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