Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
getto», dice Lacan, posto che il soggetto sia già una lettera che si presume scritta. Tra S1 e S2, abbiamo colto il filo della ripetizione: ricordate «l'uomo dei lupi»: «Il malato non faceva che rinnovare la situazione della cosiddetta scena prima ria... Egli continuava dunque ad essere fissato, come per un sortilegio, a quella scena che sarebbe stata decisiva per la sua vita sessuale, scena il cui ritorno, nella notte del sogno, inaugurò la sua malattia». E lungo questa ri petizione, è tra S1 e S2, che si pone, per il soggetto, la possibilità del godimento, e ciò che lega, nel discorso S1 S2 del maitre -- � --, il padrone (S1 in posizione do- S a minante) al sapere del servo (S2 in posizione dell'Altro). Il velo tra sé e il mondo che «l'uomo dei lupi» sentiva schiudersi solo al momento di un enteroclisma, rappresentava sì per lui anche una fantasia di rina scita, quella fantasia su cui Jung aveva posto l'accento, ma, sottolinea Freud: ·«Certe particolarità della situa zione, e il confronto del suo contesto generale con la storia individuale del nostro paziente, ci obbligano a condurre più oltre l'interpretazione». La condizione che l'enteroclisma gli venisse praticato da un uomo, «ciò non può voler dire altro che egli s'era identificato con la madre, che l'uomo faceva la parte del padre, e che l'enteroclisma rinnovava l'atto copulativo, come frutto del quale il bambino-feci (egli stesso) veniva partorito. La fantasia della rinascita è dunque strettamente con nessa alla condizione del soddisfacimento sessuale pro curato da un uomo» (cit. p. 572-573). L'importanza che Freud dà al co1legamento tra S1 e S2 (e cioè al fatto che anche ciò che può apparirci · nostro «originario» è legato all'Altro, ma anche che ciò che rappresenta l'Altro non può collocarsi tra i miti 147
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