Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

coanalisi agiscono - come ha sottolineato più volte lo stes­ so Freud - « resistenze» specifiche e particolari. Ma non finisco di stupirmi quando una di queste biz� zarrie interpretative si manifesta in uno scritto che si vuole scientifico intorno alla psicoanalisi. Leggo, nel saggio di Ro­ berto Speziale-Bagliacca, Psicoanalisi, conoscenza, personalità (su « Scienze umane», n. 22, Bari, Dedalo, 1979, p. 49), che la sottolineatura da parte di Freud, nell'incompiuto Com­ pendio di psicoanalisi (1938), della centralità, in tutta la sua ricèrca, della questione dell'apparato psichico, sia nata « più che altro, sotto la spinta d'un empasse depressiva, d'una re­ gressione alla posizione schizo-paranoide, nata dal ridimen­ sionamento drastico delle sue aspettative terapeutiche ini­ ziali». Ora, la più semplice. delle ricognizioni filologiche basta a confermare che la questione dell'apparato psichico ha sempre rappresentato, per Freud, il punto fondamentale di riferimento. Che poi sia stata in grandissima parte trala­ sciata dal « freudismo» è un'altra questione; e si vedano, in questo stesso fascicolo de . « Il piccolo Hans » le conside­ razioni di Sergio Finzi. Sulla « posizione schizo-paranoide » del Freud del '38 Spe­ ziale-Bagliacca annunzia nel suo scritto, di voler ritornare. Dato che di una « regressione» egli parla, non sarebbe forse male se avesse la compiacenza di « regredire» al Progetto di una psicologia, che è del 1895; o almeno àl capitolo set­ timo della Interpretazione dei sogni, del 1899. « Schizo-pa­ ranoide» anche allora il professor Freud? E perché non - stando alla filologia - anche nei quarant'anni inter­ me�i? (m.s.) Sotto il tappeto. Il bambino (quattro anni) annuncia, prima di cominciare il gioco: « Adesso faccio una cosa ultissima e paurosa». Il gioco consiste nell'infilarsi sotto il tappeto dal lato opposto a quello in cui lo tengono schiacciato con­ tro il pavimento la base del divano e i piedi di noi che vi stiamo seduti. Che cosa vogliono dire quelle parole? « Ul­ tissima » non sembra una mera deformazione infantile; di­ fatti, a chi glielo chiede, il bambino risponde sen · za esita­ zione: « · ' Ultissima ' vuol dire che si va sotto terra». Subi­ to dopo, spontaneamente, aggiunge: « Vado a cercare un indizio». Non bado tanto al gioco (quando il . bambino s'è infilato sotto il tappeto, in quella specie di cunicolo di tessuto, non 134

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