Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

c1p10, anzi, sono costruiti molti espedienti mnemonici. Non si vuole negare un tale funzionamento della rima; ma l'im­ pressione è che, in casi determinati, possa avvenire il con· trario. La rima, cioè, concentrando l'attenzione sulle lettere che la compongono, la storna dalle altre parti della parola che si vuol ricordare, proiettando, per così dire, una luce così viva da immergere il resto della parola nell'ombra. Nella Psicopatologia della vita quotidiana, Freud sembra accedere all'opinione corrente, quando, all'inizio del capitolo 3, a proposito della dimenticanza di un verso della « Fidan­ zata di Corinto» di Goethe, lascia intendere che la rima erkauft/gekauft, avrebbe dovuto facilitare il ricordo del ver­ so obliato, terminante, appunto, con erlwuft. Ma l'analisi che egli compie, nel primo capitolo dello stesso libro, della dimenticanza del nome Signorelli, sosti­ tuito, tra l'altro, da quello di Botticelli, fa pensare, al con· trario, che l'ipotesi enunziata sopra - essere la rima un modo di spostare l'attenzione, almeno quando vi sia un mo­ tivo che induca a volere (inconsciamente) la dimenticanza - non sia troppo azzardata. Si tratta di un esempio celebre, nella esegesi del pen­ siero di Freud, quasi quanto i sogni della « Iniezione di Ir­ ma» o dell'Autodidasker; ma spesso, nel riprenderlo, si tra­ scura il fatto eh� in realtà Freud non riuscì a ricordare il nome di Signorelli, se non quando gli fu comunicato da altri. Eppure, specie per uno straniero, l'associazione, attra­ verso la rima, Botticelli-Signorelli apparirebbe, a prima vi­ sta, quasi automatica. E' proprio ciò, a guardar bene, che ingenera il sospetto da cui nasce questa nota: la rima come falso scopo, come disturbo alla ricordanza, o meglio scappa­ toia per la dimenticanza, di quanto non si voglia (per ra· gioni inconsce) ricordare. Come «i particolari, e la stessa figura del pittore che vi si è incluso [nell'affresco di Or­ vieto] sembrano apparire più vivi che mai nel suo ricordo», così, più viva che mai, la rima, veicolando una e quella data associazione, contribuisce a bloccare, « spaccando la punta della spada della memoria» - come scrive Lacan (Ecrits, pp. 379 e 447) - la presenza perturbante del «Signor», dello «Herr», della morte. (m.s.) « Schizo-paranoide ». Sulla psicoanalisi capita spesso di leg­ gere, o di sentir dire, le cose più bizzarre. Sappiamo che, oltre ai danni consueti della diffusione e volgarizzazione «di massa» delle idee dei grandi innovatori, nel caso della psi- 133

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