Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
razione delle grammatiche del potere ci suggerisce l'idea di una molteplicità di grammatiche del mutamento. La cosa si può presentare anche dicendo che per lo più una grammatica del potere incorpora qualcosa come una fi losofia della storia. Anche questo è un fatto. E' ancora Aristotele a fornirci la scena primitiva in cui si abbozza la prima grammatica del mutamento en tro una più vasta grammatica dello sviluppo. La storia naturale del potere risente della logica del vivente. «Na tura» è il modo della crescita biologica 6 • Il seme diventa pianta; il bambino adulto. · L'immagine stessa del ciclo della vita e della morte modella fortemente la prima grammatica dello sviluppo. E una teoria del mutamento, come ho accennato, la troviamo proprio associata a que- sta grammatica. ,L'immagine che sta all'origine di questa serie di im magini sembra quella biologica della crescita (q>UO'Lç). Nella Metafisica leggiamo che per natura si intende la genesi delle cose che sono capaci di «crescita», ciò che è primitivo in una cosa, da cui essa si sviluppa, ciò che mette in moto il processo di crescita 7 • Queste definizioni suggeriscono l'idea che con la gram matica dello sviluppo siamo portati a parlare del muta mento come «naturale»; così come parliamo della sua direzione univoca e irreversibile, delle sue fasi, delle sue cause endogene e uniformi, della sua continuità. In una parola, il mutamento - entro questa grammatica dello sviluppo - è necessario. E' rispetto a esso soltanto che possiamo parlare di contingenza e anomalia. Un seme non può che diventare pianta. Naturalmente, può venire una gelata; ma questo appunto èJ contingente. Prima la necessità, quindi; poi la contingenza. 3.1. Viene da osservare: in realtà, se usiamo questa grammatica dello sviluppo, siamo molto imbarazzati a render conto di un vero e proprio caso di mutamento. 123
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