Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

del campo delle nostre osservazioni sui modi della ra­ gione al solo comparto delle forme del sapere scienti­ fico. Anche se vale la pena di osservare che è comunque quest'ultimo a orientare la direzione delle nostre ri­ cerche. 1.1. Wittgenstein osserva nelle Ricerche filosofiche che in una scatola di attrezzi ci sono molti arnesi diversi tra loro 2 • Li chiamiamo tutti «attrezzi». Tuttavia, nes­ suno penserebbe di usare la sega, il martello e il caccia­ vite allo stesso modo e con lq stesso scopo. Sappiamo che essi hanno funzioni, impieghi, fini e regole d'uso differenti. Qualcosa del genere possiamo dire per i modi della ragione (rimpiazzando nel nostro tentativo «lin­ guaggio» con «ragione», se vogliamo mantenere il ri­ ferimento alla filosofia del secondo Wittgenstein). Po­ niamo l'accento in tal modo sul motivo della pluralità delle regole, dei fini e delle funzioni dei nostri giochi di ragione. Un'altra maniera per dire questo è sottolineare che di un modo della ragione ha senso parlare solo, per dir così, localmente; in rapporto cioè a un contesto o a una regione circoscritta e delimitata. Diffidiamo della forma generale della ragione e siamo, per più di un motivo, interessati ai contesti locali in cui si producono problemi e si approntano o si ' tentano tecniche di solu­ zione. Né siamo convinti dell'immagine classicamente centrata della ragione. Più soddisfacente è l'idea di una rete complessa, fatta di nodi e intersezioni su cui il modello di un si­ stema centro-periferia non ha che scarsa presa. 1:2. Qualcosa del genere sembra suggerire del resto Wit­ tgenstein quando accenna alla morfologia delle città do­ vute alla strutturazione del caso (l'immagine della città è l'immagine del linguaggio; per noi, dell� ragione) 3 • E 118

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