Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
di somiglianze e di rapporti, e in rimembranze» (Zib ., 4495, 27 aprile '29). Anche la lettura istituisce un rapporto col testo at traverso il riconoscimento, il ritorno, l'insorgere di una · «folla di rimembranze». Ma non si tratta né del ritro vamento di sé (viaggio proprio all'esegesi cristiana) né dell'autocontemplazione del soggetto interpretante. Scrit tura-lettura sono vincolate, sulla scena dello scacco del piacere, alla ripetizione e alla difesa illusoria e simbo lica che da essa nasce. Da un luogo sospeso tra rimo zione e ragione 'civilizzata ' parte la domanda di una 'ripresa ' e non d'un rifugio, d'una sfida al linguaggio e non d'un'acquiescenza alla ricomposizione, civile e sto rica, di ragione e passione. Non un ritorno nel definiti vamente perduto, ma un ritorno delle immagini di ciò che s'è perduto perché sempre è stato assente. Nessuna deriva, nessuna regressione: il linguaggio della poesia fa della ripetizione l'accesso al simbolico, dell'«immagine antica» la radice della differenza, della distanza dal mito l'interrogazione dei segni, dell'esilio un grido di vita. ,Le teorie settecentesche del piacere dimettono l'im plicazione economico-politica, si ritraggono dalla scena della « ' pubblica felicità», divenuta nel frattempo inno logia progressiva. Ritorna, nel tempo della restaurazio ne e nel temp_o della «povertà», la domanda sul piacere che più importa: l'esperienza dello scacco e la sua tra scrizione simbolica sulla terra del linguaggio, dove me moria e pensiero si congiungono, e fanno sgorgare, da questa congiunzione, la poesia. Antonio . Prete L'ultima parte, che tratta della ricordanza leopardiana, accenna qui in scalpitante sintesi quel che invece è pianamente dispiegato nel primo capitolo del mio lavoro Il pensiero poetante. Studi sullo Zib�ldone di Leopardi (in corso di stampa presso Feltrinelli). 116
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