Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
esser passato quello che non è mai stato?» Finzione che s'aggira nella tumultuosa produzione di immagini alla ricerca di un bersaglio per le frecce del desiderio. Dentro questo movimento che vani.fica il tempo del piacere Leopardi disegna una soglia di valorizzazione della memoria, sottratta allo schema fisiologico delle facoltà, osservata nel rapporto col linguaggio, anzi de finita come terra da cui muove l'avventura del linguag gio. ,La ricordanza. Nel significante della lettera la de sinenza fa riposare insieme il ricordo e il ricordare, l'immaginazione e la produzione di immagini. Non mi mesi dell'inconscio, ma apertura d'un cammino nella selva dove il linguaggio trattiene il soggetto, lo costitui sce e divide, lo insidia ed esalta. Alla vanificazione del tempo del piacere si sostituisce il simbolico che è nella ripetizione: il piacere della poesia. Mnemosyne madre delle Muse. Le «vaghe stelle dell'Orsa» sono fisse nel cielo della ripetizione: sotto questo cielo prendono la parola · le immagini , dimenticate, le speranze caqute, il movimento verso l'antica, caduca, speranza. Non viaggio verso l'infanzia rimossa, ma ritorno e ritrovamento degli «ameni inganni», incontro di quella terra dove ogni ritorno del desiderio è vuoto, e trova nel movimento del la poesia la sua, dolce e amara, sopravvivenza. Ricordanza, fanciullezza, poesia: l'intreccio accompa gna la meditazione leopardiana sul piacere. Linguaggio dell'esilio. Gli antichi pensavano i morti assorti nella «rimembranza» di questa vita (Zib., 116, 8 giugno 1820). Nella sopravvivenza che è la vita l'esilio dalla fanciul lezza è mitigato dal movimentd della poesia: la poesia è l'essere assorto del linguaggio che va rimembrando nel- 1'esilio la terra lontana della fanciullezza, cioè dell'an tico, delle «favole antiche», sapendo che nessun ritorno è possibile. Anzi, osservate che far.se la massima parte delle imma- 114
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