Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

Separare la meditazione sulla memoria dalle teorie - sensistiche e psicologiche - della memoria. Separare la meditazione sul piacere dalle teorie - illuministi­ che - del piacere. Memoria e piacere sono il campo d'iscrizione del pensiero poetante, portano con sé l'e­ sperienza dello scacco, il limite del linguaggio, la fine del tempo poetico. Meditazione restituisce - con la referenza alla scrittura e alla pratica ascetica ed orien­ tale che è depositata nella parola - il senso forte del­ l'implicazione del soggetto nella teoria. La meditazione sulla memoria, se si interroga sulle radici, incontra il mito, evoca il mito. Mnemosyne, la Memoria, nel mito è figlia del cielo e della terra. In nove notti d'amore con Zeus diventa la madre delle Muse. La terra e il cielo, il visibile e l'invi­ sibile, la dimora deJl'uomo e ciò che lo sovrasta come impossibile sogno, lo scorrere delle stagioni e il soffio dei venti generano Mnemosyne. Nella sua nascita è scrit­ ta l'ambizione d'una latitudine senza confini, la sfida al limite del dicibile, il sogno d'un tempo interiore che s'accordi col ritmo delle stagioni e col movimento dei cieli. E' . una delle Titanidi. L'amore del dio la feconda: nelle notti che annullano il cònfine tra il cielo e a terra diviene la madre delle Muse. ·Le arti muovono da queste notti nelle quali la figlia del cielo e della terra dorme col dio. Il linguaggio delle arti è segnato dal ricordo della madre: la memoria che respira nel ritmo della çlanza della poesia della musica è anzitutto memoria della Ma­ dre, che ha nome appunto Memoria. Il legame delle arti con la memoria non è una relazione, un'attinenza, . un'occasione, è scritto nella radice, è la condizione stes­ sa perché le arti siano chiamate al linguaggio. ·La memoria, ricondotta nel grembo del mito, dice qualcosa di diverso dalla facoltà di conservare la rap­ presentazione del passato; Heidegger, a partire dal fram­ mento di Holderlin che ha per titolo Mnemosyne, ed 102